lunedì 24 febbraio 2014

Lettera inviata al Cardinale CHIBLY LANGLOIS







Roma 22  febbraio 2014

Eminenza reverendissima,
            con gioia immensa l’altro giorno, quando sono stato convocato dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, ho appreso che le era stato assegnato, da Papa Francesco, il Titolo di San Giacomo in Augusta.
E’ la prima volta che la nostra Parrocchia ha un Titolo, pur essendo situata al centro storico di Roma ed avendo una consacrazione che risale al 1602 (come vedrà, se avrà la pazienza di leggere, dagli allegati).
La nostra è una Chiesa che è nata per portare il Signore alle persone sofferenti e soprattutto, in quell’epoca, escluse dalla società: i malati di sifilide.
Nel tempo hanno operato santi e grandi figure della Chiesa nel soccorre i bisognosi. Qui, per nominarne qualcuno,  ha fatto i primi passi nella santità San Camillo de Lellis, San Gaetano da Thiene; davanti alla Madonna dei Miracoli (anche per questo c’è in allegato la storia) i Frati Cappuccini hanno fatto il loro primo capitolo formandosi come Comunità religiosa.
Nel 1824 è diventata Parrocchia: allora era una delle più grandi, numericamente parlando, di Roma; oggi si è ridotta ad un migliaio di abitanti: ma come Comunità, nel nostro piccolo, cerchiamo di ‘rispondere alla Chiamata del Signore’ (le mando il nostro progetto pastorale di quest’anno)
Oggi siamo felici che Lei ….. 
……. che Tu, don Chibly, abbia ricevuto il Titolo di San Giacomo in Augusta. Nominandoti Cardinale Papa Francesco ha voluto evidenziare la sua sensibilità e preoccupazione verso i poveri ed i sofferenti delle nazioni emergenti, ho visto quanto stai facendo per la pacificazione del tuo popolo e la tua ‘presenza’, se pur spirituale in mezzo a noi, aprirà il nostro cuore e la nostra mente a quello che deve essere la vera vocazione cristiana.
La tua presenza per la nostra Comunità è un dono del Signore; è una grazia che toccherà ciascuno di noi e la Chiesa intera di Roma.
Saremo  felici nell’accoglierti, quando i tempi e gli impegni lo permetteranno, nella nostra Chiesa di San Giacomo in occasione della ‘Presa di possesso del Titolo’  che come sottolineano le norme liturgiche pastorali, sono l’incontro dei fedeli romani con un membro del clero romano, a cui il Santo Padre assegna una Chiesa, quale segno di partecipazione alla sua sollecitudine pastorale nell’Urbe.
Sarai con noi, uno di noi.
Attendendo quel giorno, mi sento unito a te, alle tue preoccupazioni, alle sofferenze e alle gioie  della Chiesa da te presieduta in Haiti; per quanto potrò, cercherò di essere a disposizione assieme alla mia comunità per essere voce nella nostra Parrocchia e nella diocesi di Roma di chi soffre e si trova in difficoltà.
Ti auguro ogni bene dal Signore per questo segno della sua tenerezza donandoti, per mezzo di Papa Francesco, di essere Cardinale.
Ti ricorderemo sempre nelle nostre preghiere. Ti affidiamo a Maria, che nella nostra Chiesa viene venerata come ‘Madonna dei Miracoli’
Chiedo per me e la mia comunità la tua preghiera e la tua Benedizione.
           

Don Giuseppe , Parroco

domenica 23 febbraio 2014

Incontro con il Cardinale Chibly LANGLOIS

Ieri pomeriggio, a nome di tutta la Comunità insieme ad una rappresentanza di catechisti, sono andato in Vaticano nell'aula Paolo VI per rendere quella che ufficialmente viene chiamata visita di cortesia.
In realtà si tratta del primo incontro che gli amici e conoscenti fanno con i neocardinali.
Mi è sembrato doveroso porgere i saluti di noi tutto al Cardinale Chibly LANGLOIS.
E' stato molto contento e mi ha abbracciato, gli ho consegnato una lettera a nome di tutti assieme alle notizie riguardanti la nostra chiesa e la nostra parrocchia.
Ha il desiderio di venire a visitarci e concordare la presa di possesso solenne le titolo che gli è stato attribuito per la nostra chiesa di san Giacomo in Augusta.
incontro nell'aula Paolo VI

 
il mio abbraccio con il Cardinale Chibly LANGLOIS

sabato 22 febbraio 2014

il nuovo Cardinale Chibly LANGLOIS ha il Titolo di San Giacomo in Augusta

Oggi nella Basilica Vaticana Papa Francesco ha nominato Cardinale Mons. Chibly LANGLOIS assegnandogli il Titolo della Nostra Parrocchia, SAN Giacomo in Augusta.
Un grande onore, per la nostra comunità che per la prima volta è stata eretta a Titolo cardinalizio e una grande gioia perché la provvidenza ci ha assegnato una persona che come dice Papa Francesco è a capo di una Comunità posta alle estreme periferie del mondo.
E' Vescovo della Diocesi di Les Cayes (Haiti) uno dei paesi più poveri del mondo.
A questo giovane cardinale, è nato nel 1958 facciamo i nostri più sinceri auguri e ci stringiamo con tutto il nostro affetto.
Certamente sarà per la nostra parrocchia un motivo in più per aprire i nostri cuori al mondo, alle sue sofferenze, e vivere sempre meglio la nostra vocazione di Cristiani.

Chi è il Cardinale Chibly Langlois

Fonte Il Sismografo
Articolo di Luis Barilla




Parafrasando il cardinale Giuseppe Siri che a proposito dei papabili diceva, "i Papi si fanno in Conclave", si potrebbe dire: "I cardinali li fa il Papa". E perché? Perché tra le sorprese nell'elenco dei 19 nuovi cardinali che ha annunciato ieri Papa Francesco ce n'è una del tutto particolare, graditissima, che dimostra che veramente è il Papa colui che fa i cardinali: la creazione del primo cardinale haitiano, mons. Chibly Langlois, Vescovo di Les Cayes, 56 anni, il secondo più giovane del nuovo Collegio Cardinalizio. La nomina tra l'altro è arrivata il giorno del quarto anniversario del devastante terremoto in cui morirono più 250mila persone tra cui mons. Serge Miot, arcivescovo di Port-au-Prince.
Il vescovo Langlois, futuro cardinale, ha un curriculum di tutto rispetto, ma soprattutto è il simbolo di una Nazione, la più povera del continente e fra le più povere del mondo, che aveva un grande bisogno di uno sguardo speciale e amorevole del Successore di Pietro. Perciò la decisione del Papa ha un'enorme importanza non solo per gli haitiani ma anche per le dinamiche della Chiesa Cattolica e chiude per sempre una sorta di emarginazione.
Si potrebbe dire che Haiti, Paese con una stragrande maggioranza di popolazione cristiana (i cattolici sono il 60% circa), il primo del continente a conquistare la sua indipendenza repubblicana 210 anni fa, raramente ha avuto un tribuna dalla quale farsi ascoltare e soprattutto dalla quale raccontare le sue tante e fin troppo lunghe sofferenze, lutti e miserie. Haiti è stato quasi sempre protagonista della carità degli altri e poche volte ha ricevuto attenzione e ascolto. Se c'è un Paese al mondo che più rappresenta una "periferia" è proprio Haiti, dove vecchi e nuovi colonialismi, spesso razzisti, economici e culturali, hanno fatto il buon e il cattivo tempo. Certo, avere un cardinale non risolve nulla o poco, ma apre uno spiraglio di stima e considerazione, di rispetto e condivisione, tutte cose di cui il popolo haitiano ha tanto bisogno come ha bisogno di pane e giustizia. Da ieri la Chiesa cattolica haitiana, e il popolo, sono meno soli, e soprattutto hanno una voce che non si può mettere a tacere.
Mons. Chibly Langlois, Vescovo di Les Cayes (Haïti), è nato il 29 novembre 1958 a la Vallée nella diocesi di Jacmel. Ha compiuto gli studi primari presso i Fratelli dell’Istruzione Cristiana a La Vallée. Ha completato gli studi secondari presso il “Petit Séminaire Collège Saint- Martial” a Port-au-Prince. Nel 1985 è entrato al “Grand Séminaire Notre-Dame” a Port-au- Prince, dove ha seguito i corsi filosofici e teologici, ottenendo il Baccellierato in Teologia. È stato ordinato sacerdote il 22 settembre 1991. Dal 1994 al 1996 ha studiato a Roma presso la Pontificia Università Lateranense dove ha conseguito la Licenza in Teologia pastorale, con la dissertazione: “La nouvelle évangélisation, oeuvre d’inculturation en Haïti”. Dopo la sua ordinazione sacerdotale è stato Vicario della Cattedrale di Jacmel (1991- 1994), e direttore del servizio diocesano della Pastorale Catechetica (1993-1994). Dal 1996 è stato direttore del Centro Diocesano di formazione pastorale e catechetica; nello stesso tempo, dal 1999, parroco della Parrocchia-Santuario dell’Immacolata, in località “des Orangers” a Jacmel, e professore di Teologia pastorale al “Grand Séminaire Notre-Dame” di Port-au-Prince; dal 2000 è stato anche professore all’Istituto Diocesano per l’Educazione e la Promozione Umana di Jacmel. Eletto Vescovo di Fort-Liberté l’8 aprile 2004, è stato consacrato il 6 giugno successivo. Il 15 agosto 2011 il Santo Padre Benedetto XVI lo ha nominato Vescovo di Les Cayes.

venerdì 21 febbraio 2014

Per non dimenticare: il terremoto del 2010

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Il terremoto di Haiti del 2010 è stato un terremoto catastrofico di magnitudo 7,0 Mw con epicentro localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della città di Port-au-Prince, capitale dello Stato caraibico di Haiti. La scossa principale si è verificata alle ore 16:53:09 locali (21:53:09 UTC) di martedì 12 gennaio 2010 a 13 km di profondità. Lo United States Geological Survey (USGS) ha registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma, quattordici delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9 Mw.
Il numero di vittime è stimato al 24 febbraio di 222.517. L'entità dei danni materiali provocati dal sisma è ancora sconosciuta. Secondo la Croce Rossa Internazionale e l'ONU, il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone.
Il terremoto è avvenuto nell'entroterra, alle ore 16:53:09 UTC-5 del 12 gennaio 2010[1], in una zona situata a circa 25 km a ovest-sud-ovest della capitale Port-au-Prince e ad una profondità di 13 km in prossimità (3 km circa) della zona di faglia Enriquillo-Plantain Garden (Enriquillo-Plantain Garden fault zone o EPGFZ), un sistema di faglie trascorrenti con movimento verso sinistra che fa parte del margine di zolla tra la placca nordamericana e la placca caraibica. Forti scosse dell'intensità del VII–IX grado della scala Mercalli modificata (MM) sono state registrate nell'area della capitale e dei sobborghi adiacenti. Il sisma è stato avvertito in una vasta area dei Caraibi comprendente Cuba (MM III a Guantánamo), la Giamaica (MM II a Kingston), Venezuela (MM II a Caracas), Porto Rico (MM II–III a San Juan) e la confinante Repubblica Dominicana (MM III a Santo Domingo).
Il terremoto è avvenuto in corrispondenza del margine settentrionale della placca caraibica, che si sposta parallelamente verso est, rispetto a quella nordamericana, di circa 20 mm all'anno. Il margine tra le due placche, nella regione di Haiti, è costituito da due complessi sistemi di faglie trascorrenti, sub-parallele tra loro, con orientazione indicativa est-ovest e che delimitano la porzione orientale dalla microplacca di Gonâve, una piccola zolla compresa tra le due placche più grandi. I due sistemi di faglie sono la zona di faglia settentrionale-orientale (Septentrional-Orient fault zone, SOFZ) che procede dalla costa settentrionale dell'isola di Hispaniola verso quella sud orientale di Cuba e la zona di faglia Enriquillo-Plantain Garden che attraversa la lunga penisola del Tiburon nella parte sud-occidentale dell'isola. I dati sismici indicano che il terremoto è avvenuto in prossimità della zona di faglia meridionale ed un'analisi preliminare della distribuzione di slip cosismica (distribuzione degli spostamenti sul piano di faglia durante il sisma) ha determinato un valore di spostamento massimo del suolo (Dmax) di circa 4 metri.
Lo United States Geological Survey ha registrato sei repliche (aftershock) nelle due ore successive all'evento sismico principale di magnitudo approssimativa 5,9, 5,5, 5,1, 4,1 4,5 e 4,5. A nove ore dall'evento principale, sono state registrate 26 repliche di magnitudo 4,2 o superiore, dodici delle quali di magnitudo 5,0 o superiore.
Il Pacific Tsunami Warning Center ha diramato un allarme tsunami immediatamente dopo il sisma che è stato successivamente annullato.
Vittime
A Causa della povertà e dell'isolamento del Paese e in seguito a gravi danni alle infrastrutture di comunicazione, non è possibile definire con certezza il numero di vittime del sisma. Mentre le prime fonti indicavano genericamente "migliaia di vittime", Jean Max Bellerive, premier haitiano, stimò che il numero di vittime sarebbe arrivato a 100.000 (ma la maggior parte delle stime indicava una cifra di circa 50.000). L'ONU ha dichiarato che il terremoto ha colpito, direttamente o indirettamente, un terzo della popolazione nazionale. Al 24 gennaio i morti erano stati almeno 150.000. In data 5 febbraio, secondo stime governative, i morti hanno superato la soglia dei 212.000. Secondo una stima del 18 febbraio, le vittime sarebbero circa 260.000, ma sono rimaste coinvolte almeno quattro milioni di persone. È un segnale di speranza il ritrovamento di un giovane di ventotto anni, estratto vivo dalle macerie quasi un mese dopo la scossa. Anche se in cachessia e disidratato assai gravemente, è ben vigile ed ha dichiarato che "qualcuno gli portava da bere".
Tra i morti risultano anche Hédi Annabi, tunisino a capo della missione ONU di peacekeeping e stabilizzazione, l'attivista brasiliana Zilda Arns e l'arcivescovo di Port au Prince, Joseph Serge Miot. La comunità internazionale si è mobilitata anche con il G20, promettendo aiuti immediati. La Croce rossa internazionale e molte onlus di tutto il mondo cercano di soccorrere feriti e terremotati. Si è scavato anche con le mani per rimuovere le macerie, nei casi migliori con l'assistenza di cani alla ricerca delle persone intrappolate sotto gli edifici crollati. Secondo la Croce Rossa tre milioni di persone su una popolazione di poco più di nove non hanno più un'abitazione o sono rimaste ferite. L'incertezza di queste previsioni è data dal fatto che la popolazione, vivendo nella maggioranza dei casi in povertà economica, non ha mezzi per soccorrere ed effettuare ricerche, se non a mani nude, nonostante la mobilitazione di molti altri Paesi che hanno fornito gli aiuti provvisori e fondamentali per la momentanea condizione degli sfollati.
Il sisma ha colpito in modo particolare la capitale Port-au-Prince (MM IX secondo la stima USGS), distruggendo o danneggiando gravemente molti edifici della città tra cui il Palazzo Presidenziale, la sede dell'Assemblea Nazionale di Haiti, la cattedrale e la prigione principale. Tutti gli ospedali della città sono stati distrutti o sono risultati talmente danneggiati da dover essere evacuati.[28] Le Nazioni Unite hanno affermato che il quartier generale della missione di peacekeeping MINUSTAH, situato nella capitale, è andato distrutto e che buona parte del personale ONU risulta disperso.Altri importanti edifici distrutti o gravemente danneggiati sono il Ministero della Finanze, il Palazzo di Giustizia, alcuni sedi scolastiche ed universitarie, oltre alla torre di controllo dell'Aeroporto Internazionale Toussaint Louverture. La maggior parte delle infrastrutture sono andate distrutte e questo ha inevitabilmente causato ritardi e problemi nella distribuzione degli aiuti umanitari

HAITI



Haiti
Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica di Haiti
Nome ufficiale
République d'Haïti, Repiblik Ayiti, Repiblik Dayti
Lingue ufficiali
francese, creolo haitiano
Capitale
Port-au-Prince  (1 300 000 ab. / 2007)
Politica
Forma di governo
Repubblica semipresidenziale
Presidente
Michel Martelly
Primo Ministro
Jean-Max Bellerive
Indipendenza
Dalla Francia, 1º gennaio 1804
Ingresso nell'ONU
24 ottobre 1945 1
Superficie Totale 27 750 km² (143º)
% delle acque 0,7 %
Popolazione Totale 9.993.247 ab. (2012) Densità 353 ab./km²
Tasso di crescita 0,888% (2012)[1]
Nome degli abitanti Haitiani
Geografia Continente America
Confini Repubblica Dominicana
Fuso orario UTC-5
Economia Valuta Gourde haitiano
PIL (nominale) 7 902[2] milioni di $ (2012) (139º)
PIL pro capite (nominale) 759 $ (2012) (162º)
PIL (PPA) 12 802 milioni di $ (2012) (142º)
PIL pro capite (PPA) 1 229 $ (2012) (170º)  ISU (2011) 0,454 (basso) (158º)
Fecondità 3,3 (2011)[3] 
Prefisso tel. +509
Sigla autom. RH
Inno nazionale La Dessalinienne
Festa nazionale 1º gennaio


Haiti è una nazione dell'America situata nel Mar dei Caraibi. Un tempo colonia francese, è stata una delle prime nazioni delle Americhe a dichiarare la propria indipendenza. Il territorio haitiano copre la parte occidentale dell'isola di Hispaniola e confina a est con la Repubblica Dominicana. Haiti è il paese più povero delle Americhe.
L'indipendenza dalla Francia è stata dichiarata il 1º gennaio 1804. Venne riconosciuta nel 1825 dalla Francia e nel 1863 dagli Stati Uniti.
Dall'inizio del 2004 Haiti è al centro di una rivolta popolare che ha causato disordini e violenza e ha portato il 29 febbraio alla partenza dall'isola del dimissionario presidente Jean-Bertrand Aristide. Il governo è stato retto ad interim dal presidente della Corte di cassazione, Boniface Alexandre, fino alle elezioni presidenziali tenutesi il 7 febbraio 2006 da cui, pur tra molte proteste ed accuse di broglio da parte dei suoi avversari, è uscito eletto René Préval.
L'isola, colpita nell'estate 2004 dall'uragano Jeanne e nel gennaio 2010 da un disastroso terremoto, vive in uno stato di emergenza umanitaria. Attualmente è in corso una missione internazionale di aiuto sotto l'egida dell'ONU, che vede la presenza di un contingente guidato dal Brasile.



Cos'è un Titolo?

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I titoli cardinalizi sono chiese della diocesi di Roma il cui nome viene legato ad un cardinale al momento della sua creazione
La parola titulus
Il titulus indicava originariamente la tabella (di marmo, legno, metallo o pergamena) che, posta accanto alla porta di un edificio, riportava il nome del proprietario. Questo perché le prime adunanze dei cristiani si attuavano all'interno di edifici privati (domus ecclesiae). Successivamente ai tituli privati (che, oltre alla sala cultuale e ai locali annessi per usi liturgici, comprendevano l'abitazione privata), nacquero quelli di proprietà della comunità, che conservavano il nome del fondatore o del donatore della casa.
I titoli romani
I tituli, come le odierne parrocchie, erano soggetti alla giurisdizione della Chiesa. Capo della comunità ecclesiale era il presbitero coadiuvato da ministri a lui sottoposti.
I vari tituli, anche se identici dal punto di vista funzionale e della finalità, a causa della loro diversa origine e datazione, non si possono considerare come un gruppo omogeneo. Di tutti questi luoghi di riunione possediamo due diversi elenchi, desunti dalle sottoscrizioni dei vari presbiteri nel corso dei due sinodi svoltisi a Roma nel 499 e nel 595.
Confrontando questi due elenchi, in certi casi si nota come il titulus, che nel primo sinodo portava il nome del fondatore o del donatore, nel secondo porta la dedica all'omonimo santo. Probabilmente ciò è dovuto al crescente interesse per il culto dei martiri. Quelli più antichi si trovano generalmente in zone periferiche o popolari della città, mentre quelli nuovi creati dopo l'editto costantiniano del 313 ebbero tutti posizioni più centrali.
I titoli dei cardinali oggi
Il titolo viene attribuito dal papa all'atto della nomina di un cardinale e, a differenza del particolare incarico ecclesiale, è vitalizio.
Tutti i tituli sono relativi alla diocesi di Roma e alle sue sedi suburbicarie, a simboleggiare l'unità del Collegio dei cardinali come strumento di supporto all'attività pastorale del vescovo di Roma.
La corrispondenza tra tituli e ordini cardinalizi è la seguente: una sede suburbicaria è attribuita ad un cardinale vescovo, un titolo ad un cardinale presbitero, una diaconìa ad un cardinale diacono.
In alcuni casi le diaconie sono elevate "pro hac vice" a titolo presbiterale: questo avviene per poter annoverare il suo titolare fra i cardinali presbiteri (ad esempio qualora il cardinale titolare sia eletto vescovo di una diocesi o se dopo dieci anni di diaconato il cardinale chiede di essere promosso al titolo presbiterale) senza che debba rinunciare ad un titolo tradizionalmente legato al proprio ordine di appartenenza o luogo d'origine.
Le chiese titolari sono contrassegnate, generalmente sulla facciata, da un doppio stemma: a sinistra quello del Papa regnante, a destra quello del cardinale titolare medesimo.



 Ingresso della cattedrale di San Pancrazio ad Albano Laziale che, essendo sede suburbicaria, oltre agli stemmi papale (al centro) e cardinalizio (a sinistra), espone anche quello episcopale (a destra).

Chiesa Cattolica in Haiti e Diocesi di Les Cayes

 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Cattolici 6,7 milioni  Popolazione 10 milioni
La Chiesa cattolica ad Haiti è parte della Chiesa cattolica universale, sotto la guida spirituale del Papa e della Santa Sede. È la più diffusa religione del Paese e religione di stato
La Chiesa cattolica si stabilì nell'isola di Hispaniola fin dall'arrivo dei primi europei condotti da Cristoforo Colombo. Nel 1493 papa Alessandro VI accordò alla Spagna le nuove terre scoperte a condizione che venissero inviati missionari.
I Benedettini furono i primi a sbarcare sull'isola, seguiti dai Francescani, dai Domenicani, dai Cappuccini e dai Gesuiti. I Domenicani, con Bartolomé de Las Casas, saranno i più strenui difensori degli indigeni e dei loro diritti, ma furono anche i primi a suggerire di prelevare dall'Africa nuovi lavoratori, ritenuti più adatti ai duri lavori delle miniere e dei campi.
In due riprese i francesi si sostituirono al governo spagnolo nell'isola: i nuovi padroni si mostrarono poco propensi ad un'evangelizzazione degli abitanti locali e anzi ostacolarono quei missionari che cercavano di annunciare il vangelo agli schiavi: è in quest'ottica, per esempio, che si può leggere l'espulsione dei Gesuiti dall'isola nel 1763, e la loro sostituzione con preti preoccupati più dei loro affari e dei loro intrighi che di annunciare il vangelo e vivere in un autentico senso di Chiesa.
Un concordato tra il nuovo governo di Haiti sorto agli inizi del XIX secolo e la Santa Sede, ricercato fin dall'inizio dell'indipendenza haitiana, si realizzò solo il 28 marzo 1860: vengono così fondate le prime diocesi e la Chiesa haitiana, anche grazie all'arrivo di nuovi missionari francesi (formati nel seminario di San Giacomo, in Bretagna), cominciò a dare una migliore immagine di sé.
Il seminario per la formazione di un clero locale fu fondato solamente nel 1920: e nel 1957, quando viene eletto presidente François Duvalier, tutti i vescovi haitiani, eccetto uno, hanno ancora un passaporto straniero. Il nuovo presidente, autoproclamatosi presidente a vita, iniziò ben presto ad osteggiare la Chiesa cattolica, a espellere i religiosi, a confinare nelle loro residenze i vescovi più ostili alla sua politica. Un nuovo accordo tra la Santa Sede ed il governo haitiano nel 1966 mise fine a questo stato di cose. Negli anni ottanta, la Chiesa cattolica fu la sola che osò criticare pubblicamente e alzare la voce contro gli abusi perpetrati dal governo di Jean-Claude Duvalier, incoraggiata dallo stesso papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita pastorale del 9 marzo 1983.
Organizzazione
Oggi la Chiesa cattolica in Haiti consta di due arcidiocesi e di 8 diocesi suffraganee:
Arcidiocesi di Port-au-Prince, da cui dipendono le diocesi di: Anse-à-Veau-Miragoâne, Jacmel, Jérémie, Les Cayes.
Arcidiocesi di Cap-Haïtien, da cui dipendono le diocesi di: Fort-Liberté, Hinche, Les Gonaïves, Port-de-Paix;
Nel 2002 in Haiti vi erano 643 preti cattolici.
L'episcopato haitiano è riunito nella Conférence Episcopale de Haïti, sorta nel 1958.
Nunziatura apostolica[modifica sorgente]
La delegazione apostolica di Haiti fu eretta nell'Ottocento. Nel 1915 fu elevata al rango di internunziatura apostolica. La nunziatura apostolica fu istituita il 17 ottobre 1930, ricavandone il territorio dalla delegazione apostolica delle isole Antille. Il 10 agosto 1938, in forza del decreto Decreto Antillarum della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, fu soppressa la delegazione apostolica delle isole Antille e contestualmente furono assegnate alla nunziatura apostolica di Haiti l'isola di Porto Rico e tutte le Piccole Antille (ad eccezione di quelle dipendenti dalla delegazione apostolica di Caracas

 
 
Diocesi di Les Cayes
Vescovo
Chibly Langlois
Sacerdoti 83 di cui 55 secolari e 28 regolari 11.240 battezzati per sacerdote
Religiosi 55 uomini, 136 donne
Abitanti 1.400.000 Battezzati 933.000
Superficie 4.649 km² ad Haiti Parrocchie 43
Erezione 3 ottobre 1861 Rito romano
Indirizzo  B.P. 43, Rue Toussaint-Louverture, Les Cayes, Haïti
Chiesa cattolica ad Haiti
La diocesi di Les Cayes (in latino: Dioecesis Caiesensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Port-au-Prince. Nel 2001 contava 933.000 battezzati su 1.400.000 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Chibly Langlois.
Territorio
La diocesi comprende la città di Les Cayes, dove si trova la cattedrale di Nostra Signora dell'Assunzione.
Il territorio è suddiviso in 43 parrocchie.
Storia
La diocesi è stata eretta il 3 ottobre 1861 con la bolla Christianae religionis di papa Pio IX, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Santo Domingo.
Il 20 aprile 1972 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Jérémie.
Il 13 luglio 2008 ha ceduto un'altra porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Anse-à-Veau-Miragoâne.


Recenti impegni del neo cardinale Chibly Langlois

Il neo cardinale Chibly Langlois ha lanciato un'iniziativa per il dialogo nazionale: «Nessuno può pensare di risolvere da solo i problemi del Paese». A quattro anni dal sisma oltre 170 mila persone vivono ancora nei campi per sfollati



È il Paese più povero dell'America Latina. A quattro anni di distanza dal terremoto devastante che l'ha colpito è tuttora in ginocchio. Le sue istituzioni - poi - sono paralizzate da una crisi politica che non accenna a finire. Si fa davvero ogni giorno più insostenibile la situazione di Haiti. E proprio per questo la Chiesa cattolica ha preso un'iniziativa che ha l'obiettivo di aiutare il Paese a risollevarsi.
Alla fine di gennaio ha preso infatti il via il Dialogo nazionale voluto fortemente dalla Conferenza episcopale locale per provare a far uscire il Paese dal vicolo cieco in cui si trova. A convocare l'appuntamento - che vede insieme membri del governo e dell'opposizione - è stato il giovane vescovo di Les Cayes Chibly Langlois, il presidente dei vescovi haitiani, che Papa Francesco a sorpresa ha voluto includere nell'elenco dei nuovi cardinali che tra qualche giorno a Roma riceveranno la porpora nel concistoro annunciato il mese scorso. Il dialogo nazionale ha l'obiettivo di arrivare a un'intesa che permetta al Paese di tenere le elezioni parlamentari e municipali che avrebbero dovuto tenersi già due anni fa ma poi sempre rinviate. Superando così lo stallo della contrapposizione frontale tra il presidente - l'ex cantante Michelle Martelly eletto nel 2011 - e le opposizioni.
«Credo che fosse necessario e urgente mettere i soggetti politici intorno a uno stesso tavolo perché è la situazione socio-economica del Paese a chiederlo - ha spiegato il neo cardinale Langlois -. Viviamo in una crisi di governo cronica. Se non vogliamo arrivare a un'esplosione del Paese, devono parlarsi».
Una cinquantina di rappresentanti dei partiti politici e del presidente Martelly si stanno così incontrando da un paio di settimane in un albergo di Port au Prince per trovare una via d'uscita alla crisi politica. «Abbiamo visto la buona fede di quanti partecipano a questo dialogo - ha commentato ancora Chibley Langlois - e tutti dichiarano di voler arrivare ad un accordo. Solo che ciascuna delle parti poi tenta di difendere il suo punto di vista». Di qui l'appello del presule: «Nessuno può pensare di risolvere da solo i problemi di Haiti».
Problemi che rimangono immensi: a oltre quattro anni dal sisma sono tuttora più di 170.000 le persone che vivono nei campi e un haitiano su tre si trova in condizioni di insicurezza alimentare. «La situazione è catastrofica - commenta il vescovo di Les Cayes -. La gente non ha lavoro e non può guadagnare il necessario per vivere. La Chiesa è molto preoccupata. Noi stessi viviamo ogni giorno le stesse difficoltà dei nostri fedeli e soffriamo per il fatto di non essere in grado di accompagnarli come servirebbe
(fonte Mission on line)

venerdì 14 febbraio 2014

“Quelli che… la Famiglia!”

Vorrei ricordare l' iniziativa nata da un gruppo di famiglie che ha come intento confontarsi e rileggere la propria esperienza alla luce del vangelo.
Si tratta di vedersi come primo incontro domani, sabato dopo la messa delle 17.30 
I temi che saranno sviluppati
1- La famiglia oggi   (15/02/14)
2- La dimensione spirituale nella vita quotidiana (nella coppia e nella famiglia ) - 22/03/14
3- Le ferite della famiglia 12/04/14
4- Le risorse della famiglia (famiglia in missione) 24/05/14
 
 
 
I incontro - La famiglia oggi
 
 
A seguito del questionario inviato alle parrocchie in vista del Sinodo dei Vescovi che si terrà quest’anno, incentrato sul tema della famiglia, don Giuseppe ha invitato le famiglie della nostra parrocchia ad incontrarsi per riflettere insieme su alcuni quesiti riguardanti la più piccola e singolare cellula della società e della comunità: la famiglia. Cercheremo di riflettere insieme soprattutto su cosa significa “essere famiglia oggi”. Prima di confrontarci però, nel corso dei nostri incontri, proveremo a metterci in ascolto della Parola, cercando di rimanere in un atteggiamento di silenzio interiore, e lasciando che essa penetri in profondità e risuoni dentro di noi.
 
Sarebbe molto bello che specialmente i genitori dei ragazzi della catechesi approfittassero di questo momento. Non si tratta poi di un grande sforzo. Sono solo 4 incontri programmati.