sabato 29 marzo 2014

Il Venerdì Santo di Carlotta


Soprattutto quando ricorrono anniversari, ci si rende conto di quanto sia relativo il tempo. Quando si ricorda un fatto, una persona, una circostanza che ti ha toccato, il poco ed il molto si incontrano: e, a secondo di come uno si sente, si allontano.
Un fatto sembra successo ieri e nello stesso tempo pare ci sia sempre stato o capitato all’inizio della tua vita.
A me succede così!
E’ già trascorso un anno da quando, quel Venerdì Santo 2013, il primo del pontificato di Papa Francesco, mi trovavo nell’ ufficio domandandomi che cosa dovessi fare. Se chiudere almeno per un paio di ore la Chiesa e riposare o lasciarla aperta. Ero ancora inebriato dall’incontro che avevo avuto con il Papa il giorno prima, durante il pranzo cui fortuitamente ero stato invitato. Cercavo di fissare nella mia mente le parole, i gesti, gli sguardi, i sorrisi di questo grande Papa che lo Spirito ci aveva donato. Le parole che aveva detto, e detto proprio a me: ‘le porte della Chiesa… tenete le porte della Chiesa aperte’ riecheggiavano nella mia mente. Ero stanco, non avevo chi mi sostituisse; dalla mattina presto ero stato sempre in chiesa, guardando, ascoltando, guidando il flusso continuo dei fedeli.
‘Ma no… mi son detto, via le scuse, rimango!!!’, e così ho fatto.
Verso le 14, si avvicina, domandandomi se poteva parlare con me, Carlotta, accompagnata dal suo fidanzato.
Aveva girato a lungo per trovare una chiesa aperta a quell’ora, e, trovatala,  fu felice.
Carlotta, bellissima, dolce, ferita nel corpo confusa nell’anima per quanto gli stava capitando: un cancro devastante. Ancor più confusa quando, ascoltate le Parole di Papa Francesco, sapeva che c’era una Croce da portare, la sua Croce. Abbiamo parlato a lungo, anzi ha parlato a lungo, io ascoltavo tra il meravigliato, commosso, sbigottito ma nello stesso tempo ammirato, folgorato da una testimonianza che rendeva tangibile la presenza dello Spirito. Uno Spirito che ha saputo trasformare in poco tempo un anima dolorante da una Crisalide in Farfalla che, nella sua semplice bellezza, si librava attratta da Cristo.
Davanti alla malattia, mai si era arresa ed aveva combattuto con tutte le sue forze, basta guardare blog da lei  creato, ‘il cancro e poi…’.
Ma cercava qualcosa di più.
Passo dopo passo, come dice la nostra amica comune Antonella, per strade imperscrutabili, ha raggiunto la nostra Chiesa, e sotto lo sguardo di Maria, Madonna dei Miracoli, davanti alla quale tanto ha pregato, ha  trovato ‘quel di più’: la forza dello Spirito Santo.
Era il 29 marzo 2013. Sulle cicatrici delle sue operazioni si sono formate le ali per volare.
Da quel momento le sofferenze si son moltiplicate come paradossalmente è aumentata la sua serenità.
Il 16 luglio ci ha lasciato.
Umanamente c’è poco da capire per come siano andate tutte le cose. C’è solo sofferenza e dolore incomprensibile, innaturale.
Ma Carlotta per tutti è stata e continua ad essere un riferimento, una stella, anche una fonte di forza per chi si trova nel dolore.
Per me una carezza che il Signore mi ha dato facendomi incontrare una così bella persona dentro e fuori un anno fa….. ieri …. adesso che sto scrivendo.
Tutto ciò, qualcosa vorrà pur dire… no?



martedì 25 marzo 2014

Maratona 2014


Anche quest'anno, strade transennate, un po di disagi per raggiungere la Chiesa, a causa della Maratona. Comunque una bella Manifestazione cittadina. Credo che nessuna Maratona al mondo  possa esser bella quanto quella di Roma. Una immersione nelle bellezze artistiche, architettoniche, cultirali e naturali della nostra bellissima città. Il tempo non ha scoraggiato le decine di migliaia di partecipanti.
Qui vediamo uno scorcio della manifestazione in via del Corso immortalate dal nostro amico Pino Moncada.

























sabato 22 marzo 2014

Papa Francesco: venerdi' 28 marzo intera giornata dedicata alle confessioni


Una intera giornata dedicata al sacramento della riconciliazione. E' quella che si svolgera' venerdi' 28 marzo alla presenza di Papa Francesco che aprira' l'iniziativa quaresimale del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione dal titolo ''24 ore per il Signore''. Il Pontefice presiedera' alle 17 nella basilica di San Pietro una celebrazione penitenziale, durante la quale confessera' alcuni fedeli. In serata.

Anche noi, Venerdì 28, ci uniremo, al termine della Messa delle 17.30, preceduta dalla Crucis, a questo momento penitenziale. I sacerdoti saranno a disposizione per le confessioni fino alle 20.30 c.a (secondo le esigenze potrebbe prolungarsi)

Propongo un brano della catechesi di papa Francesco sul sacramento della Penitenza (la Confessione) quindi una breve lettura di San Paolo e uno schema per l'esame di coscienza e prepararci a questo momento di grazia.



Il Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione scaturisce direttamente dal mistero pasquale. Infatti, la stessa sera di Pasqua il Signore apparve ai discepoli, chiusi nel cenacolo, e, dopo aver rivolto loro il saluto «Pace a voi!», soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (Gv 20,21-23). Questo passo ci svela la dinamica più profonda che è contenuta in questo Sacramento. Anzitutto, il fatto che il perdono dei nostri peccati non è qualcosa che possiamo darci noi. Io non posso dire: mi perdono i peccati. Il perdono si chiede, si chiede a un altro e nella Confessione chiediamo il perdono a Gesù. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, è un dono dello Spirito Santo, che ci ricolma del lavacro di misericordia e di grazia che sgorga incessantemente dal cuore spalancato del Cristo crocifisso e risorto. In secondo luogo, ci ricorda che solo se ci lasciamo riconciliare nel Signore Gesù col Padre e con i fratelli possiamo essere veramente nella pace. E questo lo abbiamo sentito tutti nel cuore quando andiamo a confessarci, con un peso nell'anima, un po' di tristezza; e quando riceviamo il perdono di Gesù siamo in pace, con quella pace dell'anima tanto bella che soltanto Gesù può dare, soltanto Lui. (Papa Francesco)


Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi  (2Cor 5,20-6,2)
Fratelli, vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: «Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso». Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!



Schema per l'esame di coscienza
Quando l'esame di coscienza vien fatto prima del sacramento della Penitenza, è bene che ognuno s'interroghi anzitutto su questi punti:
1.Mi accosto al sacramento della Penitenza per un sincero desiderio di
purificazione, di conversione, di rinnovamento di vita e di più intima amicizia con Dio, o lo considero piuttosto come un peso, che solo molto di raro son disposto ad addossarmi?
2. Ho dimenticato od ho di proposito taciuto dei peccati gravi nelle confessioni
passate?
3. Ho fatto la penitenza che mi è stata imposta? Ho riparato i torti da me fatti? Ho cercato di mettere in pratica i propositi fatti per emendar la mia vita secondo il Vangelo?
Alla luce della parola di Dio, ognuno esamini se stesso.
I. Il Signore dice:“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore”
1. Il mio cuore è davvero orientato a Dio, e posso dire di amarlo davvero sopra tutte le cose e con amore di figlio, nell'osservanza fedele dei suoi Comandamenti? Mi lascio troppo assorbire dalle cose temporali? Ed è sempre retta la mia intenzione nell'agire?
2. È salda la mia fede in Dio, che nel Figlio suo ha rivolto a noi la sua parola? Ho dato la mia piena adesione alla dottrina della Chiesa? Ho avuto a cuore la mia formazione cristiana, ascoltando la parola di Dio, partecipando alla catechesi, evitando tutto ciò che può insidiare la fede? Ho professato sempre con coraggio e senza timore la mia fede in Dio e nella Chiesa? Ho tenuto a dimostrarmi cristiano nella mia vita privata e pubblica?
3. Ho pregato al mattino e alla sera? E la mia preghiera è un vero colloquio cuore a cuore con Dio, o è solo una vuota pratica esteriore? Ho saputo offrire a Dio le mie occupazioni, le mie gioie e i miei dolori? Ricorro a lui con fiducia nelle tentazioni?
4. Ho riverenza e amore verso il nome santo di Dio, o l'ho offeso con la bestemmia, col falso giuramento, col nominarlo invano? Sono stato irriverente verso la Madonna e i Santi?
5. Santifico il giorno del Signore e le feste della Chiesa, prendendo parte con partecipazione attiva, attenta e pia alla celebrazione liturgica, e specialmente alla Messa? Ho osservato il precetto della confessione annuale e della comunione pasquale?
6. Ci sono per me “ altri dei ”, cioè espressioni o cose delle quali mi interesso o nelle quali ripongo fiducia più che in Dio, per es.: ricchezza, superstizioni, spiritismo e altre forme di magia?
II. Il Signore dice: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”
1. Amo davvero il mio prossimo, oppure abuso dei miei fratelli, servendomi di loro per i miei interessi e riservando ad essi un trattamento che non vorrei fosse usato con me? Sono stato ad essi di grave scandalo con le mie parole o le mie azioni?
2. Nella mia famiglia, ho contribuito con la pazienza e con vero amore al bene e alla gioia degli altri? Per i singoli componenti della famiglia:
• Per i figli. Sono stato obbediente ai genitori, li ho rispettati e onorati? Ho prestato loro aiuto nelle necessità spirituali e materiali?
• Per i genitori. Mi sono preoccupato dell'educazione cristiana dei figli? Ho dato loro buon esempio? Li ho sostenuti e diretti con la mia autorità?
Per i coniugi. Sono stato sempre fedele negli affetti e nelle azioni? Ho avuto comprensione nei momenti di inquietudine?
3. So dare del mio, senza gretto egoismo, a chi è più povero di me? Per quanto dipende da me, difendo gli oppressi e aiuto i bisognosi? Oppure tratto con sufficienza o con durezza il mio prossimo, specialmente i poveri, i deboli, i vecchi, gli emarginati, gli immigrati?
4. Mi rendo conto della missione che mi è stata affidata? Ho partecipato alle opere di apostolato e di carità della Chiesa, alle iniziative e alla vita della parrocchia?
5. Mi prendo a cuore il bene e la prosperità della comunità umana in cui vivo, o mi curo soltanto dei miei interessi personali? Partecipo, per quanto posso, alle iniziative che promuovono la giustizia, la pubblica moralità, la concordia, le opere di beneficenza? Ho compiuto i miei doveri civici? Ho pagato le tasse?
6. Sono giusto, impegnato, onesto nel lavoro, volenteroso di prestare il mio servizio per il bene comune? Ho dato la giusta mercede agli operai e a tutti i sottoposti? Ho osservato i contratti e tenuto fede alle promesse?
7. Se ho qualche incarico o svolgo mansioni direttive, bado solo al mio tornaconto o mi impegno per il bene degli altri, in spirito di servizio?
8. Ho praticato la verità e la fedeltà, oppure ho arrecato del male al prossimo con menzogne, calunnie, detrazioni, giudizi temerari, violazione di segreti?
9. Ho attentato alla vita e all'integrità fisica del prossimo, ne ho offeso l'onore, ne ho danneggiato i beni? Ho procurato o consigliato l'aborto? Ho serbato odio? Sono stato rissoso? Ho pronunziato insulti e parole offensive, fomentando screzi e rancori? Ho colpevolmente ed egoisticamente omesso di testimoniare l'innocenza del prossimo?
10. Ho rubato? Ho ingiustamente desiderato la roba d'altri? Ho danneggiato il prossimo? Ho restituito quanto ho sottratto e ho riparato i danni arrecati?
11. Se ho ricevuto dei torti, mi son dimostrato disposto alla riconciliazione e al perdono per amore di Cristo, o serbo in cuore odio e desiderio di vendetta?

III. Cristo Signore dice: “Siate perfetti come il Padre”
1. Qual è l'orientamento fondamentale della mia vita? Mi faccio animo con la speranza della vita eterna? Ho cercato di ravvivare la mia vita spirituale con la preghiera, la lettura e la meditazione della parola di Dio, la partecipazione ai sacramenti? Ho praticato la mortificazione? Sono stato pronto e deciso a stroncare i vizi, a soggiogare le passioni? Ho reagito all'invidia, ho dominato la gola? Sono stato presuntuoso e superbo, e ho preteso di affermare tanto me stesso, da disprezzare gli altri e preferirmi ad essi? Ho imposto agli altri la
mia volontà, conculcando la loro libertà e trascurando i loro diritti?
2. Che uso ho fatto del tempo, delle forze, dei doni ricevuti da Dio come i “ talenti  del vangelo ”? Mi servo di tutti questi mezzi per crescere ogni giorno di più nella perfezione della vita spirituale? Sono stato inerte e pigro?
3. Ho sopportato con pazienza i dolori e le prove della vita? Come ho cercato di praticare la mortificazione, per compiere quello che manca alla passione di Cristo? Ho osservato la legge del digiuno e dell'astinenza?
4. Ho conservato puro e casto il mio corpo, pensando che è tempio dello Spirito Santo, destinato alla risurrezione e alla gloria? Ho custodito i miei sensi e ho evitato di contaminarmi nello spirito e nel corpo con pensieri e desideri cattivi, con parole e con azioni indegne? Mi sono permesso letture, discorsi, spettacoli, divertimenti in contrasto con l'onestà umana e cristiana? Sono stato di scandalo agli altri con il mio comportamento indecente? Nell'uso del matrimonio ho rispettato e osservato la legge morale?
5. Ho agito contro coscienza, per timore o per ipocrisia?
6. Ho cercato di comportarmi in tutto e sempre nella vera libertà dei figli di Dio e secondo la legge dello Spirito, o mi sono lasciato asservire dalle mie passioni?

ATTO DI DOLORE
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

 

giovedì 20 marzo 2014

IL CARDINALE VALLINI A SAN GIACOMO






Molto più che puntuale ,alle 16,30 a bordo della sua utilitaria, è giunto il Cardinale Vicario.
Non essendoci mai stato, accompagnato da don Giuseppe, ha ammirato le bellezze artistiche ed architettoniche della nostra Chiesa.
Quindi nella stanza di riunione, l’unica che abbiamo in Parrocchia agibile a tutti, si è messo ad accogliere i bambini ed i ragazzi che man mano arrivano. Quando la stanza si è riempita ha iniziato un dialogo con loro e si è messo a fare il ‘catechista’: una catechesi semplice, mettendo in gioco anche la sua persona, le sue esperienze da bambino e ragazzo e la sua crescita nella fede. Ha parlato della famiglia, di come i genitori debbano essere i primi catechisti e dell’importanza della vita di fede che nella resurrezione e nell’eucaristia, doni del Signore, rendono la vita piena di gioia e serenità.
Quindi è iniziata la Santa Messa.
Don Giuseppe ha introdotto la Celebrazione ringraziando Il Signore per essere stati chiamati ad essere Chiesa e convocati per celebrare l’Eucaristia assieme al nostro Pastore: Quindi ha presentato alla Comunità Il cardinale Vallini : ordinato 19 luglio 1964 sacerdote (50°); consacrato vescovo il 13 maggio 1989 (25°)
E nominato Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, il 27 giugno 2008.
“Son venuto nel 2006….mai sognato di passare dalla periferia al Centro Storico”, Una parrocchia piccola ma ‘particolare’. Ci sono state negli anni gravi difficoltà: La casa, La malattia e sofferenze ma sono state sempre supportate dalla vicinanza dei fedeli. Una Parrocchia che, per come è strutturata, ha la possibilità di conoscenza interpersonale. Ci sono tutte le attività parrocchiali, catechesi, liturgiche, di preghiera. La Chiesa sempre aperta di giorno; ha le porte aperte (come invita papa Francesco) ed è tanta la gente che passa: sono turisti ma molti in ricerca di  preghiera, o che si confidano, si confessano. Esperienze bellissime e dono della Grazia del Signore, come è stato per Carlotta Nobile che qui, in questa Chiesa ha iniziato a trovare la Forza di Dio, pur nella malattia grave, per raggiungere la serenità e crediamo veramente la santità di vita.
Luogo di sofferenza nel passato (ospedale San Giacomo) ma aperto, con la disponibilità delle autorità competenti a divenire un centro di ‘Caritas’ per  poveri ed emarginati. “La regione ci dia gli spazi, noi metteremo la faccia” ha concluso don Giuseppe.
La Messa è iniziata ed il cardinal Vicario ha commentato la Parola di Dio della seconda domenica di quaresima, partendo dal tempo liturgico per arrivare alla contemplazione del Signore Gesù: a guardare Lui e non noi stessi.
Al termine della Messa c’è stato l’incontro con gli operatori parrocchiali e le persone ‘vicine’ alle nostra vita di Chiesa.
Il tema trattato è stato soprattutto la vera testimonianza che ciascun cristiano deve saper dare nel proprio stato di vita. Saper mostrare la nostra fede, saper donare agli altri la propria gioia di esser cristiani. Saper esser “evangelizzatori fantasiosi ed originali in una società scristianizzata”.
Alle 20 si è concluso un incontro che è stato positivo ed emozionante per ciascuno dei partecipanti.
Un momento di preghiera di catechesi : ‘di Chiesa’
Il commento di un bambino vale per tutti: “ Quando ci verrai a trovare di nuovo?”
















 




           
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Notizia Radio Vaticana