giovedì 25 febbraio 2016

Patrizia Bin



Una settimana fa ci lasciava Patrizia Bin.
Molti della nostra comunità, specialmente quanti frequentano la messa vespertina della domenica alle 17.30,  la conoscevano magari non personalmente, ma perché leggeva fedelmente la Parola di Dio.
Sono molti anni che pur abitando a Roma Nord, assieme al Marito Paolo, avevano deciso di frequentare la nostra Chiesa.
E’ divenuta per me un amica, sempre presente. Con l’andare degli anni l’ho conosciuta profondamente testimoniandomi la sua grande fede e forza interiore. Non è stata sempre fortunata ma tutto ha affrontato con ironia e forza. Circa tre anni fa, forse più, mi ha comunicato della sua malattia: un cancro all’addome. Era molto preoccupata ma fiduciosa. E in questi anni con coraggio è andata avanti, passo dopo passo. Alcuni passi avanti ma molti indietro. Prima di un intervento chirurgico ha voluto chiedere con consapevolezza l’unzione degli infermi. Lo ha fatto pregando con me in sacrestia. Non voleva dare dolore al marito: questa era la sua grande preoccupazione. Lavorando in ospedale  nel laboratorio analisi, era cosciente della gravità della situazione, ma era preoccupata per la sofferenza che avrebbe potuto dare al Marito. Nel contempo Paolo sapendo della gravità della moglie non voleva angosciarla con le notizie che gli erano pervenute.  Si son sorretti così a vicenda. Uno aiutava l’altro.
Ha continuato a venire, anche con dolori ed ha prestato il suo servizio di annunciatrice della Parola. Mentre Paolo, come dicevamo ironicamente, ‘faceva Matteo, l’esattore delle tasse’ raccogliendo la questua.
Sempre allegra e con tanta forza,  ha partecipato ai momenti importanti della vita comunitaria, ricevendo ancora , ma questa volta comunitariamente, durante la Messa, la Santa Unzione.
Solo nelle ultime settimane non è stata presente. Prima perché si è rotta un femore e poi per una broncopolmonite sopraggiunta.  Siamo rimasti uniti telefonicamente finché una settimana fa Paolo tra le lacrime mi ha dato la triste notizia.
Anche io sono rimasto molto addolorato e ringraziandola,  voglio affidare al Signore questa esile creatura che qui a San Giacomo è stata ‘voce’ della sua Parola.


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