giovedì 1 giugno 2017

NOTTE SACRA

Con la recita dei vespri solenni della vigilia dell’Ascensione, nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, nel cuore della città, sabato 27 maggio, alle 18,30, ha avuto inizio la prima Notte Sacra di Roma, promossa dalla Diocesi e dall’Opera Romana Pellegrinaggi con il sostegno di Euroma2, al fine di avvicinare e coinvolgere i giovani della movida romana. Una chiesa illuminata d’azzurro, il colore distintivo della Notte Sacra, gremita già dalle 18 e che, dalle 20, per il concerto di Angelo Branduardi, ha accolto più di due mila persone: famiglie, coppie di giovani, anziani e tanti religiosi. Tanta la gente che non è riuscita ad entrare ma che è ugualmente rimasta all’esterno della basilica.

«È iniziato il lungo cammino della Notte Sacra tra musica, preghiera, riflessione e bellezza nei luoghi straordinari che abbiamo a Roma di cui dovremmo essere orgogliosi ma anche gelosi perché, negli scrigni che sono le nostre chiese del centro, conservano memorie di Santi e capolavori di artisti» ha detto monsignor Marco Frisina, direttore del Coro della Diocesi di Roma e maestro della Pontificia Cappella Musicale Lateranense, ideatore del progetto con il compositore Marcello Bronzetti. Artisticamente legati da anni, dal 2007 realizzano, con la collaborazione della violinista Tina Vasaturo, la Notte Sacra di Cortona a conclusione del Festival di Musica Sacra che si svolge ogni anno nella diocesi di Arezzo e di cui lo stesso monsignor Frisina è direttore artistico.

Presiedendo i vespri solenni, recitati insieme a monsignor Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere e a padre Davide Carbonaro, parroco a Santa Maria in Portico Campitelli, monsignor Frisina ha spiegato che spesso la notte viene accostata al pericolo e alla tensione «ma nella Bibbia è la madre del giorno, è un grande segno di speranza. Il mondo attraversa momenti di buio e di tenebra tra guerre e violenze, ma per noi cristiani la notte è illuminata dalla nostra fede». Una lunga notte all’insegna della gioia «con l’auspicio – ha aggiunto – di portare questa gioia nelle nostre case, famiglie, parrocchie, comunità».

Alle 20 un caloroso applauso ha accolto Angelo Branduardi che ha aperto la sua performance, durata circa un’ora, con la “Ballata in fa diesis” seguita da noti brani del suo repertorio come “Domenica e lunedì”. Particolarmente suggestive le note delle sue lodi francescane: ispirandosi alla vita del santo di Assisi e basandosi sulle fonti francescane il musicista ha dato vita all’album “L’infinitamente piccolo” del quale ha eseguito cinque brani immancabilmente registrati da cellulari e tablet.

«In questa notte Sacra vorrei portarvi altro e altrove, in un posto lontano, un’isola che non c’è – ha detto Branduardi -. È questa la funzione della musica, nata con l’arte del sacro. Lo spirito della musica è fondamentalmente una forza potentissima che parla di bellezza». L’artista ha salutato il pubblico sulle note del celebre brano “Alla fiera dell’est”. La Notte Sacra è proseguita con altri sette eventi nella basilica di Sant’Andrea della Valle, nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, nel Vicariato Vecchio, nella chiesa delle Stimmate di San Francesco, nella basilica di Santa Maria Sopra Minerva e nella chiesa del Gesù dove è stata celebrata la messa alle 8 del mattino seguente.

Tanti i giovani che per tutta la notte hanno seguito l’evento e lunghe file si sono formate all’esterno delle chiese per accedere agli eventi gratuiti. «La gente è stanca di cose che la distraggono – ha detto monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente dell’Orp – viviamo in una società del benessere e dei consumi in cui si pensa di trovare tutto a buon mercato subito e presto mentre ci rendiamo sempre più conto che nel cuore viviamo la solitudine. La gente ha bisogno di valori che diano senso alla vita. Questo ritrovarsi in preghiera per una notte intera è una risposta che dopo il buio arriva la luce che è la luce della speranza, della gioia e della fede».

Monsignor Frisina guarda già al futuro «il prossimo anno ripeteremo l’esperienza e saremo dieci volte di più. Un po’ matti bisogna esserlo». Gli fa eco monsignor Andreatta: «Il Papa oggi ha detto che per essere credenti, testimoni, missionari, bisogna essere un po’ pazzi – ha spiegato riferendosi alle parole pronunciate da Francesco ai giovani di Genova -; ha parlato ai ragazzi della pazzia della fede e del Vangelo, che non è facile da vivere: ci vuole coraggio perseveranza e costanza. Ci vuole un po’ di spregiudicatezza e quindi di pazzia».
Fonte Avvenire Roma 7


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